venerdì 11 dicembre 2009

Luci e ombre di Emil Sinclair

Nel periodo compreso tra il 1916 e il 1917, Hermann Hesse si sottopone a settantadue sedute della durata di tre ore ciascuna presso lo studio del dott. J.B. Lang, un collaboratore dello psicanalista svizzero Carl Gustav Jung, di cui, tra l'altro, legge il capolavoro dal titolo "Simboli della trasformazione".
Fragile emotivamente e psicologicamente, lo scrittore, in un periodo particolarmente turbolento e difficile della sua esistenza (matrimonio compromesso con la sua prima moglie, affaticamento a causa del lavoro d'ufficio nell'ambito dell'assistenza ai prigionieri di guerra durante il primo conflitto mondiale, crisi nervose dopo la morte del padre all'inizio del 1916 ) cerca di dare un senso alla sua vita attraverso il metodo psicanalitico. "Demian", quindi, romanzo di formazione e autobiografico, nasce proprio in questo frangente, durante la terapia e l'incontro con la psicologia junghiana.
Come dimostrano le prime pagine, Emil è vissuto in un ambiente in cui l'educazione rigidamente moralistica e religiosa della sua famiglia lo porta ad avvilirsi e a deprimersi, a non sentirsi all'altezza delle aspettative dei genitori, a sentirsi continuamente in colpa quando devia dai modelli che gli sono stati imposti. E percepisce il dualismo del mondo, diviso tra bene e male, come qualcosa difficile da conciliare.
L'ombra di Kromer, però, a un certo punto diventa la sua triste compagna nella vita di tutti giorni e non lo abbandona nemmeno nei suoi sogni, dove appare come un aguzzino, un sadico, un demone che lo tortura e lo perseguita. Nei sogni, inconsciamente, egli sublima come una parte di sè, quella oscura che rifiuta o mette in dubbio quel corpus di regole e precetti che gli sono stati insegnati durante l'infanzia. Sarebbe, insomma, quella parte nascosta, che cerca di uscire fuori dagli schemi e dalla gabbia in cui è stata rinchiusa e confinata e che è rappresentata proprio da Franz Kromer, il "cattivo".
E poi, a un certo punto, arriva Max Demian, nei confronti del quale Emil si sente fortemente attratto e come soggiogato, come dimostra il sogno in cui lo vede al posto dello stesso Kromer. Questa figura rappresenta una guida e la proiezione esterna del Sé nel senso della psicologia junghiana. Sinclair proietta la sua propria spinta verso l'interezza e il suo bisogno di una guida, ancora a lui inconsci, su questo precoce ed insolito adolescente. Il viso di Demian non solo fa un effetto particolarmente atemporale, ma anche unisce in sé tratti maschili e femminili. Il cammino verso il completamento del Sè, come si evince, passa attraverso il riconoscimento del proprio lato oscuro e il bisogno di affidarsi a una guida per riuscire ad armonizzarlo e ad accettarlo piuttosto che reprimerlo o soffocarlo.
Bibliografia: "Demian" di Herman Hesse alla luce della psicologia di C. G. Jung di Günter Baumann.

1 commento:

  1. su questo argomento coincido con il fatto che tutti abbiamo bisogno di una guida,perchè per noi è facile perderci nelle tenebre...
    mi è piaciuto pure perchè così si capisce il perchè del libro
    molto interessante^^

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