martedì 2 marzo 2010

Una storia da creare


Dato l'incipit di questo racconto, scrivetene voi il seguito.

La luce era andata via da un pezzo a causa di un impetuoso temporale, che aveva lasciato il posto ad una appena percettibile pioggia. Il brusio lento e cadenzato delle foglie in cima agli alberi si udiva nel cuore della notte, proprio quando i suoni si amplificano e si propagano nell'aria come gli anelli concentrici provocati dal lancio di un sasso in uno stagno.
Un vento freddo scuoteva le fronde arboree. Suoni sinistri, suoni notturni che richiamavano alla mente l'immagine di un uomo che vagava solo, con il capo chino, dal viso avvolto nell'ombra, che trascinava dietro di sè una pesante e arrugginita catena. Che attraversava campi deserti, le cui vesti stracciate generavano un fruscio all'unisono con quello delle foglie intrise di acqua. Eccolo, camminare e portare faticosamente quell'odioso fardello, quel greve segreto che racchiudeva amaramente nel suo cuore e per il quale era stato condannato a vivere nell'oscurità senza fine, alla ricerca di un tetto dove trovare la quiete tanto anelata...

9 commenti:

  1. Prorpio allora vide una vecchia casetta abbandonata, il quale doveva essere di un povero contadino morto dalla per via della terribile epidemia che aveva fatto tremare il mondo intero xkè poco prima della morta portava per alcuni giorno alla pazzia e a farti fare cose terribile. Cose ke un persona nn dovrebbe mai vedere, e proprio lui ke si affrettava affannoso verso la casa, era l'unico ke dopo aver contratto la malattia era guarito e per questa ragione ke tutti avevano paura di lui e qundi venne subito cacciato e allontanato da tutti.

    RispondiElimina
  2. Camminava con quel pesante e arrugginito sentimento di solitudine e dolore.Intorno a lui,gli alberi dondolavano con il vento,leggeri,e la pioggia cadeva sul suo capo ormai troppo stanco come per alzarsi e vedere l'oscurità tutt'intorno a lui.L'unica cosa a fargli compagnia era il rumore arrugginito della catena,che con la sua metallica voce gli ricordava cosa aveva fatto.Lui pensava "Davvero merito questa punizione?"Meditava e camminava verso la desolata casetta davanti a lui e che,nonostante la bruttezza e il suo stato d'abbandono,suscitava nella sua mente una vaga luce d'un ricordo lontano...

    RispondiElimina
  3. Ricordava i giorni felici passati insieme alla moglie e ai suoi due figli, un forte ragazzo di 17 anni e un bambino che aveva da poco passato il giorno del suo quarto compleanno.
    Erano la luce dei suoi occhi. Gli ritornava semrpe in mente il ricordo di Lara, sua moglie, che quando vedeva il padre e i figli giocare e divertirsi insieme sorrideva come non aveva mai visto fare, il suo sorriso donava serenità e felicità. Ma ora tutti e tre erano morti e la domanda lo tormentava era: dato la mia discriminazione sono un uomo normale che ha avuto fortuna a sopravvivere alla malattia o sono un mostro? .....

    RispondiElimina
  4. la domanda gli rimbombava in testa. Vide la casetta ormai distante solo due passi e accelerò. Arrivato in fronte alla porta di legno molto scuro si fermò e immobile rimase per ore catturato da una strana sensazione. Aprì la porta lentamente, sentì le giunture che cigolavano. La casetta era quadrata del tetto triangolare, costruita in legno e pietre. Entrò e si girò intorno per vedere come fosse la casa rimase di stucco quando notò il biglietto sul letto. Si avvicinò e lo afferrò. -Per B.- lesse ad alta voce; -spero che la tua permanenza qui ti sia gradita. Troverai tutto per poter sopravvivere per un anno intero! Ti ringrazio di aver accettato il mio invito mio caro Bartholomew. Distinti saluti, Arid. Bungrad, 20 febbraio- esitò e impallidì allo stesso tempo. -1256- fece cadere il biglietto e si sedette. E' mai possibile che un certo arid sapesse che io, Bartholomew Cubbins, sarei arrivato qui? Si calmò e si disse tra se e se che non era possibile che fosse proprio lui, per questo riprese in mano la lettera e la rilesse. Questa volta notò che c'erano scritte altre parole dopo la data, queste indicavano il giorno in cui sarebbe dovuto arrivare e a quel punto Bartholomew si terrorizzo. -11 marzo 1855!!, nooo non è possibile!- urlo a squarcia gola quando...

    RispondiElimina
  5. Gli venne in mente il periodo prima dell' incidente, quando lavorava e passava il tempo con i figli e la moglie, tutto andava per il meglio, fino a quel nefasto giorno in cui avvenne l'irreparabile...

    RispondiElimina
  6. Sentì un dolore forte al braccio destro, lo guardò, impallidì: era diventato rosso e si gonfiava a vista d'occhio. Il dolore diventava sempre più lancinante e intenso, si inginocchiò e iniziò a urlare e a piangere. Cercò qualcosa nella tasca, trovò una boccetta con su scritto Ritenalax. Ne bevve diverse goccie e il dolore si estinse e si calmò. Si sdraio sul letto e si lasciò cadere nelle mani di Hypnos. “dove mi trovo?” sussurrò mentre si alzava, era tutto in bianco e nero e stranamente freddo. Era sempre nella stessa casetta ma, dalla finestra vide dei grandi montagne di macerie oscure. Usci dalla casetta e si ritrovò in mezzo a un grande viale delimitato dalle grandi montagne di macerie, vide arrivare un carro, non v'era nessuno sopra. Toccò il carro ebbe una visione...

    RispondiElimina
  7. un'uomo lo fissava dall'alto, con un ghigno strappo il silenzio e poi cominciò ad urlare: tu sarai colui che cambierà il mondo, ma prima sarà il mondo a cambiare te!!! poi all'improvviso scomparve e si ritrovò di nuovo in quel lungo viale delimitato dalle montagne tutto binco e in nero,e il carro nn c'era più. Preso dal panico non pensò alle parole del vecchio e incominciò a correre e spuntò il sole ma invece di illuminare e di far luce questo sole faceva diventare tutto buio mentre lui incominciava a diventare luce che cecava di sopravvivere nelle tenebre....Si sveglio e si ritrovò in mezzo alle macerie ma questa volta era tutto a colori ed era ritornato alla realtà

    RispondiElimina
  8. ma la realtà non sembrava felice... si guardò il corpo e vide una serie quasi infinita di bolle, gli ricoprivano tutto il corpo e si ingrandivano a vista d'occhio. Non sapendo come reagire si erse in piedi gridando quando il dolore lo colse. era lancinante e proveniva da quello che una volta era la sua gamba, che ora giaceva a terra, staccata dal resto del corpo.

    RispondiElimina
  9. Un senso improvviso di disperazione lo colse. Voleva muoversi, ma non ci riusciva. L'orrore di quella visione lo invase. Il mondo ricoperto di tenebre, il suo corpo corroso da un morbo la cui origine era a lui sconosciuta e che forse aveva già contagiato altri come lui. Chi era ancora normale lo evitava, lo scansava, anzi si era perfino scatenata una sanguinosa caccia all'uomo visto come un diverso, un reietto, che portava impresso su di sè il marchio della colpa, del peccato, e che come tale andava eliminato senza pietà. Scappare. Questo pensiero come un lampo illuminò la sua ragione oscurata da quel dolore fisico e psicologico insieme che ormai lo torturava ogni attimo opponendo una strenua resistenza perfino ai calmanti.

    RispondiElimina